La performance controversa

Tra vocazione rituale e vocazione teatrale

Quella di performance è una nozione certamente controversa e anche per questo motivo di inesauribili suggestioni esegetiche, compreso il rischio proprio della modalità pervasiva di un termine che ha allungato le sue spire in direzioni molteplici, rendendosi noto e, talora, contraddittorio o addirittura inviso proprio per effetto della sua esasperata fama.

A tal riguardo, pur riconoscendo la congerie complessa dei saperi implicati in tale fenomenologia, i due studiosi hanno preferito calibrare la loro attenzione su alcuni nodi teorici diversi e specifici, facendo riferimento prevalentemente all’orizzonte degli studi teatrali, intendendo conferire spessore ad uno strumento metodologico che può e deve essere certamente discusso, ma non eluso.

Dario Tomasello

È ordinario di Discipline dello Spettacolo presso l’Università di Messina, dove coordina il Dams e ha fondato il Centro Internazionale di Studi sulla Performatività delle Arti e degli Immaginari Sociali.

Ha tradotto e curato il manuale di Richard Schechner, Introduzione ai Performance Studies (Cue Press, 2018).

Dirige per Editoria & Spettacolo la collana Faretesto, dedicata a un repertorio di testi della drammaturgia italiana contemporanea.

Dirige inoltre, dal 2011, «Mantichora. Italian Journal of Performance Studies».

È stato Visiting Professor alla Sorbonne Nouvelle – Paris III e ha tenuto conferenze in molti Atenei e Istituzioni italiane ed internazionali.

Piermario Vescovo

Insegna Storia del Teatro presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove coordina il dottorato di Storia delle Arti.

Si è occupato prevalentemente di drammaturgia italiana (anche curando edizioni critiche di testi), di teoria e storia della teoria teatrale, della memoria e dell’immaginazione del teatro e dei generi teatrali tra età tardoantica ed età moderna, e del rapporto tra letteratura e arti visive.